Corso Pavia si dipana dalla via Cairoli, di fronte a villa Erminia costruita negli ultimi anni dell’Ottocento, una residenza di prestigio posta tra la via Rocca Vecchia, la vecchia strada di circonvallazione e il quattrocentesco Naviglio Sforzesco che prosegue parallelo sulla destra del corso. Sulla sinistra, nel punto d’inizio, ad angolo con la via Cairoli e affiancato dell’eclettica villa Rossanigo eretta dopo il 1910, il marciapiede si allarga con un’aiuola triangolare, già presente a inizio Novecento, in cui nel 1905 è stato posato il cippo con il busto di Umberto I di Savoia. Del suo peregrinare abbiamo scritto nel capitolo precedente.
Anticamente il corso, con il nome di strada Pavese, si sviluppava con un primo tratto più largo rispetto a oggi che arrivava fino all’incrocio con la via Biffignandi, denominata via alla Stazione fino a metà Novecento. Questa era una strada che, prima della realizzazione della ferrovia, si sviluppava verso la campagna.
Sulla sinistra del primo tratto della strada erano presenti alcuni edifici, uno dei quali ospitava un torchio per olio, come attestato dal catasto di fine Settecento. Questi stabili furono demoliti e quindi ricostruiti nel corso dell’Ottocento portando la larghezza della strada a quella attuale.
Dall’incrocio di via Biffignandi la vecchia strada si restringeva per la presenza del caseggiato d’angolo, recentemente ristrutturato, sul retro del quale sorgeva la chiesa di San Maurizio. Edificata all’inizio del XV secolo e restaurata nel 1741, fu soppressa nel 1805; trasformata prima in legnaia venne successivamente demolita nel corso del XX secolo. Secondo la tradizione locale nei pressi della chiesa si sarebbe trovata l’osteria detta della Giacchetta, citata da Cesare Nubilonio nella sua “Cronaca di Vigevano” del 1584. Dall’insegna dell’osteria deriverebbe l’appellativo con cui è ancora indicato il ponte sul naviglio, in origine posto di fronte alla chiesa, e quindi la zona è conosciuta dai vigevanesi come “Ponte della Giacchetta”.
Oggi l’antico passagio sul Naviglio è uno slargo d’incrocio su cui innestano le vie Biffignandi, del Carmine e Madonna degli Angeli. Si tratta dell’ampliamento, fatto alla fine degli anni Cinquanta, del ponte sul naviglio eretto di fronte a via Biffignandi in sostituzione di quello antico, situato di fronte alla scomparsa chiesa di San Maurizio, a seguito degli interventi di fine Ottocento.
A destra della parte iniziale dell’ampio incrocio denominato “Ponte della Giacchetta” si sviluppa via del Carmine, che prende il nome dalla chiesa dedicata alla Madonna del Carmine che affaccia a metà della strada. Al termine dello slargo riprende luce centralmente il naviglio fiancheggiato a sinistra da corso Pavia e a destra da via Madonna degli Angeli, entrambe le strade si distaccano dopo alcune decine di metri, divergendo a sinistra e a destra dal naviglio. corso Pavia, dopo un breve percorso, attraversa la ferrovia con un passaggio a livello mentre via Madonna degli Angeli si sviluppa con una curva a destra fino all’incrocio con via San Giacomo.
Villa Ardito e via del Carmine, vista da corso Pavia negli anni Dieci.