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Storie di Lomellina

I Campi di Prigionia in Lomellina

La storia è fatta di luoghi, alcuni di questi dimenticati, o del tutto nascosti… E’ il caso dei Campi di Prigionia attivi durante la Seconda Guerra Mondiale, in Lomellina.

Il primo di questi venne creato alla fine del 1942 a Mortara… il principale scopo era quello di “usare” i prigionieri di guerra, come forza lavoro nei campi. Questo perché durante la guerra, molti giovani e braccianti erano costretti a servire l’Italia come soldati.

Ma torniamo a noi, il campo di Mortara si chiamava “Campo di Prigionia n° 146”, è facile capire per quale motivo si trovava in questa cittadina… le linee ferroviarie arrivavano da ogni direzione. Il primo campo venne istituito proprio qui… ma in poco tempo vennero creati altri campi di lavoro e prigionia a Castel d’Agogna, Robbio, Ferrera, Langosco, Sartirana, Ottobiano, Carbonara Ticino e Villa Biscossi… A metà del 1943 i campi di Prigionia in Lomellina erano 32! Ognuno di essi aveva un codice identificativo, che iniziava con il n° 146/ e poi proseguiva con 1,2,3 ecc In questi vi erano oltre 130 prigionieri di guerra… la maggior parte Inglesi, Canadesi e Americani.

Nella nostra zona il lavoro maggiormente richiesto era il contadino, e non a caso questi luoghi di reclusione erano posti nelle cascine, come ad esempio a Borgo S. Siro nella Cascina Vignazza… a Ferrera Erbognone nella cascina Confaloniera ecc ecc… I prigionieri lavoravano quasi tutto il giorno, aiutando i contadini locali… sebbene erano in prigione, avevano la possibilità di parlare, di avere cibo e acqua quando volevano e soprattutto riuscivano ad interagire con le persone circostanti. Tanto che molti di essi, vennero colpiti dalla “Sindrome di Stoccolma”, ossia non vedevano i loro carnefici come un pericolo, ma come un aiuto… L’8 settembre 1943 con l’armistizio Italiano nei confronti degli alleati, i campi vennero abbandonati da chi li controllava… Molti prigionieri decisero quindi di scappare, altri di rimanere proprio perché sapevano che si stava bene e nessuno avrebbe fatto del male a loro… Pochissimi giorni dopo i Tedeschi presero il comando… e tutti coloro che erano scappati erano ricercati… La popolazione locale era invitata a segnalare i fuggitivi e chiunque potesse dare informazioni riceveva 1800 lire.

Parecchi soldati prigionieri, vennero catturati e o uccisi o inviati in campi di concentramento in Germania. Con il finire della Seconda Guerra Mondiale, le cascine ripresero il loro vero e proprio ruolo… il filo spinato, le finestre con inferiate e le catene vennero tolte… e forse anche la memoria di questi luoghi… così crudi… così dolorosi, dove centinaia di persone persero la vita… Luoghi ove i sopravvissuti hanno deciso di tornare per ringraziare chi in quei momenti così tristi li ha aiutati…

 

Rubrica curata da Simone Tabarini di storiedellalomellina.altervista.org

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